Insulae – Case date in affitto alla piccola e media borghesia e al proletariato. Si tratta di grandi palazzi alti dai tre ai sei piani, dislocati lungo un intero isolato. In epoca augustea il limite in altezza era stato fissato in 60 piedi (circa 20 metri), ma con l'incremento della popolazione leinsulae diventarono anche più alte. La costruzione di questo tipo di abitazioni era molto lucrosa. Gli imprenditori edili approfittavano della loro condizione privilegiata per realizzare strutture spesso deboli e suddivise in stanze sempre più piccole, in ognuna delle quali viveva un'intera famiglia. Se talvolta piccola borghesia e proletariato condividono la stessa insula (abitando, tuttavia, in piani diversi e con diverse condizioni: in abitazioni a più stanze e ben illuminate i primi, in stanzette spesso buie e senza areazione i secondi) [1], ben presto le due classi cominciano a vivere in strutture e condizioni diverse e vengono a crearsi insulae per la borghesia, strutture decenti fornite di acqua e servizi, e insulae per il proletariato, dalle condizioni fatiscenti e senza alcun tipo di servizio.